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Mal di casa. Perché vivo in un capanno

Catrina Davies Capanno

“Mal di casa. Perché vivo in un capanno”, di Catrina Davies (@catrinadavieswriter su Instagram) mi è piaciuto moltissimo.

💖 La sua scrittura è insieme leggera e tagliente.

Mescola in modo originale e per me perfetto l’attualità sul problema abitativo in Inghilterra, una lettura lucida sulla società contemporanea e i suoi effetti psichici e un insolito racconto autobiografico: delicato, ironico, vero.

L’autrice racconta la sua vita in un capanno in Cornovaglia, un po’ per scelta un po’ per necessità.

🌳 C’è tanto di Thoreau, a cui il libro ricorre più volte, ma reso molto più attuale dall’esperienza dell’autrice come musicista, artista di strada e scrittrice precaria.

🏕️ In queste pagine si sente forte e chiara la visione nata dalla pratica di vita bioregionale, cioè inserita nel luogo in cui viviamo, che chiunque abbia letto Gary Snyder e compagnia bella (bellissima!) ritroverà.



In questo libro si apprende insieme a Catrina, camminando sul filo sottile tra tempo e denaro, riflettendo sui motivi per cui valga la pena vivere.

🌊 Sullo scenario delle scogliere inglesi, la cui natura vivissima parla attraverso le parole di questo libro.

Si parla di vita scomoda e libera, controcorrente, a tratti dura, a volte illuminante.


Limitata dagli elementi ma che allarga lo spirito, che attira giudizi e crea cambiamenti, anche nella comunità locale.

🏄 Si parla della paura (come ho anche io) e del puro piacere nel (provare a) fare surf, della sensazione di libertà e pura connessione di essere acqua nell’acqua e di guardare negli occhi una foca.

Chi si interroga sul modello di “sviluppo” occidentale, su quale vita valga la pena vivere, e come sopravvivere amerà questo libro.

Io l’ho amato molto.
Sullo sfondo, nelle foto, il mio piccolo fazzoletto di libertà, nei limiti che la natura ci dà, piccoli lussi nella luce dell’estate.

2 commenti su “Mal di casa. Perché vivo in un capanno”

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