Di Roberta
L’altra mattina pensavo a questo post mentre spaccavo la legna per la stufa.
Volevo parlare di moda etica e sostenibile e dei nostri gioielli con tavole da skateboard riciclate.
Intanto iniziavo anche a pensare alle cose urgenti fare nella giornata: aggiornare lo shop, mandare alcune email, chiudere un progetto.
Stare fuori all’aria aperta, i cani sdraiati al sole, scaldando i muscoli nell’aria fredda del mattino, mi faceva stare bene, ma anche sentire un po’ in ritardo sul lavoro da fare per il nostro brand.
(Questo perché il capitalismo non riconosce il lavoro di riproduzione, come ha messo in luce Silvia Federici, ma questa è un’altra storia).
Lì con l’ascia in mano e la legna spaccata da raccogliere, ho realizzato: non è una perdita di tempo questa, rispetto al tempo del “lavoro”.

Non solo per il nostro brand lavoriamo in modo quanto più ecologico possibile, ma cerchiamo anche di vivere con un basso impatto ambientale.
Quella mattina ho compreso che spaccare la legna per la stufa non è assolutamente una “perdita di tempo”, ma è parte integrante del nostro lavoro e della nostra ricerca di essere sostenibili.
E allora va anche raccontato.
Siamo un brand artigianale, realizziamo direttamente nel nostro laboratorio in Italia i nostri gioielli e altri oggetti in legno, resine e materiali naturali o riciclati.
Siamo molto diversi anche da gran parte degli attori della moda sostenibile, dato che curiamo direttamente produzione e vendita, e per i materiali che usiamo, insoliti per i gioielli.
Ma facciamo un passo indietro.
Cosa si intende per moda sostenibile?
Kate Fletcher, ricercatrice inglese che si occupa di questi argomenti, fa un quadro delle varie definizioni.
Green fashion, moda etica, eco fashion, moda slow.
Sostanzialmente vengono utilizzate in modo intercambiabile, soprattutto di recente, da quando questi temi sono diventati di tendenza.
Secondo Fletcher “green fashion” era la definizione più usata all’inizio e in ambito industriale, sottolinea gli aspetti ambientali, spesso in relazione ad un unico prodotto o processo produttivo.
“Moda etica” pone l’accento anche sugli aspetti sociali, sulle condizioni di lavoro, oltre che sugli aspetti ambientali e della scelta dei materiali.
“Eco fashion” si riferisce al design di prodotto che massimizza l’efficienza delle rirsorse e minimizza gli scarti, mentre “moda sostenibile” indica la consapevolezza delle interconnessioni sistemiche nel lungo periodo, tra contesti materiali, sociali e culturali (Kate Fletcher, Moda, design e sostenibilità, 2018, Postmedia, Milano, p. 15).
Ultimamente si parla anche di “slow fashion”: un vero e proprio movimento, secondo la ricercatrice, in contrapposizione al “fast fashion” e ai danni sociali e ambientali che quel modello comporta.
“Slow fashion” riguarda non solo i processi produttivi, i materiali, i prodotti, ma anche le pratiche d’uso oltre che di acquisto dei consumatori.
Parlare di moda sostenibile evidenzia come la moda sia un fenomeno sociale molto ampio, non solo economico, tecnologico o estetico.
Quando si parla di moda slow dobbiamo guardare all’intera vita degli oggetti, non solo alla fase di produzione, ma anche agli usi che ne fanno le persone, ai contesti sociali e culturali.
Fletcher ha approfondito questo argomento anche sviluppando alcuni progetti, come Craft of use, che riguarda i saperi locali e le pratiche d’uso di vestiti e accessori da parte delle persone e ha ampliato la prospettiva sul fenomeno moda, dalla produzione e l’acquisto all’uso che le persone fanno degli oggetti.
Chi si interessa all’ecologia e al rispetto dei diritti del lavoro nel sistema moda spesso acquista di meno e meglio, ripara, riutilizza, acquista vintage e usato di qualità.
E’ vero che nella moda sostenibile i prodotti sono in media più costosi, sono diversi i materiali, i metodi di produzione, spesso c’è molto lavoro artigianale, i capi o gli accessori sono prodotti più a livello locale, quindi anche nei paesi del Nord del mondo.
I prezzi sono quasi sempre più alti, ma questo secondo Fletcher è giusto, perché rispecchia le condizioni di lavoro e le attenzioni per l’ecologia che il fast fashion non può rispettare, per ottenere i prezzi bassi.
Chi segue la moda etica e sostenibile cerca di comprare meno ma meglio.
I prodotti infatti sono più durevoli nel tempo, per i materiali e la fattura, ma sono anche più indipendenti da mode estemporanee e stagionali del mainstream, più vicini all’identità del consumatore che li sceglie e dunque durevoli nel tempo anche da un punto di vista emotivo, psicologico.
Fletcher risponde anche alla domanda frequente di come sia possibile parlare di democratizzazione della moda, se i prezzi sono generalmente più alti:
oltre al prezzo del prodotto bisogna guardare al sistema complesso.
Nella moda slow e sostenibile le persone, sia produttori che consumatori, hanno più controllo su tecnologie, relazioni di produzione e commercializzazione.
Sono protagonisti attivi e meno “ingranaggi” di un sistema globale.
Ad esempio nel nostro lavoro con i gioielli utilizziamo legni locali non commerciali, che selezioniamo e stagioniamo personalmente in laboratorio, essenze lignee esotiche riciclate, resine ecologiche e tavole da skateboard riciclate.
Tra i nostri prodotti di punta ci sono gli anelli fatti con legno da skateboard riciclati.
Vogliamo raccontarvi come il materiale e la lavorazione influenzino il design e quindi anche le scelte delle persone che acquistano.
Ci piace andare in skateboard (Simone pratica questo sport da una trentina d’anni, io ho cominciato da qualche anno), quindi abbiamo molte tavole da skate usate, nostre e degli amici.
Facendo gioielli in legno è stato spontaneo passare a utilizzare anche il legno delle tavole da skate.









Il legno degli skate è acero canadese multistrato e spesso ci sono dei colori all’interno, per decorare le tavole. Ogni tavola ha una grafica stampata nella parte sottostante.
Simone combina e tinge le tavole per ottenere colori diversi.
Una cosa che questo materiale non ci consente di fare, ad esempio, è riprodurre le collezioni come vorremmo, perché a volte un colore può non essere disponibile, le tavole o le combinazioni sono finite e non ne abbiamo altre uguali.
Da qui l’ispirazione di progettare gli anelli di skate come serie a edizione limitata, in combinazione con le basi in resina.
Abbiamo realizzato e firmato anche alcune collezioni per Agnes B.
Anche la resina è realizzata artigianalmente da Simone e colorata in pasta, con terre e pigmenti, quindi anche per le basi creiamo colori e combinazioni sempre diverse.
La collezione richiede un grande lavoro sul colore e per questo si chiama Colors Skateboard.
Alcuni dei nostri colori sono stati scelti da Pantone come tendenze per il 2023.
Gli anelli sono in edizione limitata, di 10 – 20 pezzi per ogni combinazione.
Vedi tutti gli anelli Colors Skateboard disponibili sul nostro negozio online.
Di recente questi anelli sono usciti anche sulla rivista Flow Francia, proprio per il loro valore ecologico, di riciclo/upcycle, oltre che per lo stile.

Vi vogliamo raccontare un aneddoto: quando la rivista è uscita, in gennaio, erano rimasti solo due pezzi, in due misure, dell’anello pubblicato su Flow.
Gli ultimi rimasti di una tiratura di 10 pezzi. Ovviamente sono andati subito sold-out.
Per un caso fortunato siamo riusciti a rifarne alcuni: in laboratorio avevamo ancora un pezzo di una tavola da skate con quei colori!
Sapere fare (concretezza)
Sapere creare (progettare la fantasia)
Saper fare Arte (totale Libertà nella/della creazione)
Artigiano (Materia) Artista (Spirito)
Questo connubio perfetto non può che produrre un manufatto Unico e Irripetibile.
Non so bene cosa sia la Moda Slow, intuisco cosa sia quella Ecologica e a naso dico sì sono compatibili con questi capolavori.
Bravo Simone, brava Robbi!
Grazie mille per queste parole! 🙂 la moda “slow” è un movimento/definizione, nell’ambito della moda, simile a quello che Slow Food è per il cibo.